Il cielo stellato blu cobalto della Cappella degli Scrovegni a Padova, dipinta da Giotto tra il 1303 e il 1306
di Mario Balzano
Siamo ormai nella stagione fredda e Orione sorge sempre più presto da oriente mano a mano che ci inoltriamo nell’inverno.
Approfittiamo perciò della buona visibilità di questa costellazione per restare nei paraggi e indicare le costellazioni vicine.
Abbiamo, tra le varie leggende, parlato di Orione cacciatore; ebbene come ogni cacciatore che si rispetti, è accompagnato da cani davanti ai quali fugge una lepre.
Andiamo perciò ad osservare queste costellazioni che prendono il nome appunto di Cane Maggiore, Cane Minore e Lepre.
Prima ancora però indicheremo come misurare la distanza tra le stelle e come, con questo accorgimento, si può passare da una stella all’altra senza ‘perdere la bussola’ nell’immensità del cielo.
In verità questa indicazione andava fatta all’inizio, ma abbiamo pensato che potesse essere percepita come noiosa. Adesso invece, che magari siete più curiosi, potreste essere interessati a questo schema allora seguiteci con attenzione.
Per essere chiari, e per non essere noi dei grandi esperti, seguiremo in maniera molto fedele (solo con brevi note aggiuntive) le indicazioni di un testo di divulgazione, abbastanza diffuso, qui di seguito presentato:
La copertina del libro “Due passi tra le stelle – Come riconoscere costellazioni stelle e pianeti in ogni stagione dell’anno”– Oscar Mondadori (2011; 1a ed. 2004); di Milton D. Heifetz, neurochirurgo, appassionato e competente di astronomia e di Wil Tirion, uno dei massimi cartografi celesti viventi.
“Come misurare la distanza tra due stelle? Non possiamo usare i centimetri o i millimetri (…) dobbiamo invece utilizzare un sistema di misurazione angolare [solo un piccolo richiamo di geometria: un angolo è formato da due rette che si incontrano in un punto. Lo spazio tra queste due rette forma un angolo che si misura in gradi sessagesimali. Un cerchio misura 360 gradi] (…)”.
“Ma come misurare gli angoli nel cielo facilmente e senza ricorrere a strumenti sofisticati?
La distanza tra due oggetti lontani come le stelle può essere misurata usando l’occhio come vertice dell’angolo formato dalle due rette e una parte della mano per coprire lo spazio che li separa (v. fig. 2 dell’immagine successiva).
Più lontane sono due stelle, più grande sarà la parte di mano necessaria per coprire lo spazio che si frappone tra loro. Stendiamo allora il braccio davanti a voi e teniamo il pollice rivolto verso l’alto.
Così facendo, una parte del campo visivo risulterà nascosto dal pollice.
Più corto il braccio, più vicino all’occhio e quindi più grosso appare il pollice; di conseguenza più ampia sarà la superficie nascosta.
Complicato? Ma no! È un gesto che che facciamo quotidianamente quando copriamo con un dito un oggetto più o meno lontano.
In questo semplice modo la mano diventa un eccellente strumento per misurare in gradi le distanze celesti.
Si possono usare differenti parti della mano per misurare angoli diversi.
Allora – da destra verso sin. nella figura qui sopra, la n° 3 dal libro già segnalato – a braccio disteso, la punta del mignolo coprirà approssimativamente 1 grado di cielo; la punta del pollice 2°; le tre dita centrali accostate (indice-medio-anulare), 5°; l’estensione del pugno chiuso 10°; la distanza tra indice e mignolo divaricati 15°; pollice e mignolo divaricati 20°.
Bene, allora la prima notte non nuvolosa, puntiamo a braccio disteso verso Orione. Lo ricordiamo tutti, Orione?
Orione. Immagine reale e schema con i nomi delle stelle
Numerazione delle stelle di Orione
Orione. Immagine mitologica, di fantasia
Partiamo da qui per mettere alla prova la nostra capacità di misurare le distanze.
Le stelle Saiph (6) e Rigel (7), cioè rispettivamente il ginocchio e il piede del gigante, distano approssimativamente 7° l’una dall’altra, cioè un po’ più delle tre dita centrali allineate; la distanza tra Betelgeuse (1) e Rigel (7) è 20°, cioè lo spazio tra pollice e mignolo divaricati, a braccio teso. Quindi una volta ‘presa la mano’ possiamo cominciare a girovagare per il cielo, di stella in stella… (!).
Con questi strumenti torniamo al nostro cacciatore Orione e alla sua cintura cioè alle tre stelle centrali disposte a filo di rosario. Partendo da queste ultime e tracciando una linea verso sinistra incontreremo Sirio nella costellazione del Cane Maggiore.
Sirio dista circa 15° verso sinistra dalla stella 6 (Saiph) di Orione; per essere ancor più chiari dal ginocchio di destra del gigante-cacciatore si interpongono verso sinistra il dito indice e mignolo divaricati a corna.
Sirio è la stella più luminosa del nostro cielo, dal greco antico Xeirios (splendente); la sua brillantezza è dovuta sia alla luminosità intrinseca sia alla sua vicinanza al sole.
Osserviamola e ci accorgereremo che è bianco-azzurra, al ‘calor bianco’ per intenderci. Impariamo pure a confrontarla con altre stelle, con Betelgeuse per esempio, che è di un bel colore arancione …e cominceremo ad apprezzare sempre più le notti stellate.
Relazione della costellazione di Orione con le stelle ‘contigue’
Sirio e’ la stella che i nostri pescatori chiamavano e chiamano ‘u Stellon’.
Si trova nella costellazione del Cane Maggiore, costellazione nella quale è presente quella che è ritenuta la stella più grande dell’universo (conosciuto) e cioè VY Canis Maioris. L’abbiamo già presentata. Per chi non l’avesse ancora vista (o vuole rivederla), eccola di nuovo:
Localizziamo adesso Procione, l’ottava stella più luminosa del cielo notturno. È posta a circa 26° a est di Betelgeuse e a circa 26° a nord-est di Sirio. A sua volta Sirio si trova circa 27° a sud-est di Betelgeuse.
Il nome Procione deriva dal greco antico pro Kyon (prima del Cane), per il fatto che precede Sirio, la stella più luminosa del Cane Maggiore. Gli osservatori in Italia vedono Procione sorgere dai 10 ai 15 minuti prima di Sirio.
Davanti alla costellazione del Cane Maggiore e sotto i piedi del cacciatore Orione ‘scappa la lepre’, ovvero troviamo la costellazione de La Lepre.
Le tre stelle presentate in precedenza formano un triangolo quasi perfettamente equilatero, di cui Sirio occupa il vertice meridionale, Betelgeuse il vertice nord-occidentale e Procione quello nord-orientale.
Il Triangolo Invernale (tutte le immagini con il fondo celeste dal libro citato sopra)
La figura geometrica dai lati uguali disegnata unendo idealmente con delle linee queste tre luminose stelle è stata chiamata Triangolo Invernale, un bellissimo asterismo che potrete scoprire da soli con i vostri occhi e con il semplice aiuto della vostra mano. Il nome gli deriva dall’essere la sua osservazione relativamente agevole durante l’inverno, nell’emisfero boreale.
Viene contrapposto al Triangolo Estivo, formato da Altair, Deneb e Vega, che è invece osservabile durante l’estate boreale e che andremo a scoprire nelle prossime puntate.
Mario Balzano
[“Il cielo stellato sopra di me…”. I nomi dialettali delle stelle per i marinai ponzesi d’altri tempi (3) – Continua]
silverio gabresu
20 Dicembre 2011 at 18:44
E’ veramente con piacere che sto seguendo questo sito, ne approfitto per ringraziare gli autori che hanno un merito non indifferente, quello di aver unito la nostra comunità, anche se virtualmente (per adesso), di aver risvegliato la nostra ponzesità, perché le radici sono fondamentali in ognuno di noi, senza le quali il nostro passaggio terreno non avrebbe senso! Mi sono commosso leggendo l’articolo di Mimma, nel vedere le foto di Antonio, un passato che mi sfuggiva e che grazie a loro è tornato nei miei ricordi. Così come il dottor Mario ha finalmente soddisfatto la mia ignoranza e curiosità nel guardare l’infinito. Trascorro buona parte della serata in giardino a cercare di raccapezzarmi, di capire questa e quella stella, questa e quell’altra costellazione, anzi ne approfitto, rivolgendomi al dott. Mario, se mi prescrive della medicina, perché a guardare all’insù in questi giorni freddi mi sono beccato un bel raffreddore… Eh eh eh..!
Ancora grazie a tutti quelli che scrivono, che con i loro racconti arricchiscono il nostro cuore!
Sinceri e calorosi Auguri di Buon Natale.
Silverio Gabresu