di Vincenzo Ambrosino
Il giorno 8 novembre u.s. alle 17,30 ci siamo ritrovati nell’aula ‘multifunzionale’ della scuola elementare di Ponza Centro per discutere del dimensionamento scolastico proposto dalla Provincia di Latina che vede Ponza perdere l’autonomia scolastica ed essere accorpata con S. Felice Circeo. Per l’autonomia ci vogliono 500 alunni ne abbiamo molto meno di 400.
C’erano tutte le componenti della scuola: docenti, personale ata, genitori, alunni.
C’è stata la presenza anche dell’amico, ex uomo di scuola, Silverio Lamonica il quale ha preso la parola dicendo che bisognava tentare di allargare l’utenza scolastica offrendo agli adulti la possibilità di frequentare un corso per acquisire un diploma. L’idea era di istituire un corso serale per adulti la cui richiesta era già stata inoltrata giorni addietro dalla scuola, ma senza grandi speranze viste le politiche dei tagli imposti in questi anni dal governo e applicati drasticamente dalla nostra regione e a seguire dalla nostra provincia.
La discussione è stata ovviamente molto partecipata, ma come al solito piena di retorica perché senza molte speranze.
Ponza non ha i numeri per avere l’autonomia, Ponza non ha i numeri per incidere sulla politica, Ponza non ha politica per incidere sui numeri.
Abbiamo stilato un documento da inviare (tranne che al papa… dappertutto); con grande generosità docenti, mamme, papà, nonni e zii, si sono impegnati a raccogliere le firme della popolazione residente; ma quante firme potranno essere raccolte: …diecimila? …centomila? Purtroppo no, cari amici, e quindi come smuovere le sensibilità politiche, che sono sensibilità elettorali? Va ricordato che già è in atto un’altra sottoscrizione che riguarda la minacciata soppressione di una corsa delle navi traghetto.
Sottoscrizioni per le navi, sottoscrizione per la scuola, sottoscrizioni per l’eliambulanza, sottoscrizioni perché il pallone tensostatico è chiuso e i ragazzi non hanno dove giocare la sera, sottoscrizioni perché non si lavora, sottoscrizione quando manca la benzina, il digitale terrestre e internet. Costretti a fare sottoscrizioni perché Ponza non conta più niente e come diceva Polina si sta ‘ventotenizzando’.
E allora, quando io dico che le comunità isolane sparse per il mondo devono darci una mano e per farlo bisogna pensare ad una forma di organizzazione strutturata per dare più forza numerica ma soprattutto politica a quelle che sono le istanze di sopravvivenza dell’isola, c’è chi si scandalizza e afferma su “Questo è Ponza” che questa idea sa molto di consociativismo.
C’è quel qualcuno che addirittura, auspica che a Ponza possano competere alle prossime amministrative tre raggruppamenti: uno conservatore, l’altro moderato e il terzo progressista democratico; non bisogna mescolare interessi e ideali, dice quel tale: solo in questo modo l’isola supererà gli errori del passato.
Faremo un’altra sottoscrizione ma questa volta la invieremo a Babbo Natale, affinché ci faccia sbarcare dalla nave per dicembre un gruppo di giovani intellettuali formatosi alla corte di Vendola, un altro gruppo formatosi alla corte di Casini e l’altro, berlusconiano, lo troviamo sul posto.
Queste sono farneticazioni di persone adulte(?), che hanno dell’isola una visione idealizzata, abituate a teorizzare: una visione che non è sicuramente la realtà della nostra isola.
Noi isolani, quotidianamente impegnati nella sopravvivenza invernale stiamo aspettando con ansia la relazione che farà il Commissario Prefettizio; ci ha promesso che al più presto ci deluciderà dello stato delle casse comunali, a quanto ammonta il nostro deficit, quanti sono e chi sono i nostri creditori.
Noi quattro o cinque isolani residenti, con tanta umiltà, ci poniamo il problema di come salvare il salvabile: scuola, corse delle navi, pronto soccorso aereo, il calcetto degli adolescenti, ecc… e come strutturare una proposta amministrativa, ma con l’obiettivo di unire persone e idee; noi isolani residenti per permettere a un po’ di adolescenti di stare lontani dal bar e dalla droga, dobbiamo organizzare i pomeriggi nella sala parrocchiale: questo come lo vogliamo chiamare? …Consociativismo con il mondo clericale?
Nel 1975 la mitizzata Amministrazione capeggiata da Don Mario andava dai comunisti, ai fascisti, passando per i socialisti e i repubblicani; lavorò bene e per cinque anni, perché c’era un collante sociale e politico: fermare la ‘Miniera’ e creare le strutture di base per elevare la qualità di vita dei residenti e permettere di ricevere il turismo di massa degli anni ottanta.
Al contrario l’Amministrazione del 1985/’87 era di tipo progressista democratico (comunisti e indipendenti di sinistra); era formata da persone qualitativamente molto preparate; alcuni giovani di quella amministrazione Bruno Usai, Gennaro Di Fazio, Silverio Schiano si posero il problema di guidare la trasformazione della società e di guidarla verso una consapevole organizzazione turistica. Bene, quell’Amministrazione non riuscì a terminare il suo mandato e anche allora arrivò il Commissario Prefettizio.
Anche allora, in presenza di partiti, si chiedeva alla politica una seria analisi dei fatti che avevano condotto a quella crisi, ma non fu svolta, tutto passò sotto silenzio per cui le divisioni, i rancori: “il trauma” si è trasportato nel tempo e i danni si raccolgono tutti insieme oggi.
Quindi, Franco, non è un caso unico quello attuale, ma dopo il 1987 la politica non è stata più protagonista; è prevalso l’interesse economico che essendo individualizzato e fortemente competitivo, visto l’esiguo spazio isolano, ha ulteriormente aggravato difetti e azioni che (tu insegni) sono ‘culturali’.
Abbiamo perso molti anni che non hanno permesso di costruire una società economica organizzata in associazioni commerciali mature e propositive per un’offerta turistica che partisse dalle reali risorse dell’isole costituite dalle tradizioni, cultura, archeologia, ambiente e mare.
Le amministrazioni Comunali, dopo il 1987 non sono state capaci di promuovere e guidare tale sviluppo elaborando un progetto di gestione ambientale ed economica. Questo non è avvenuto; al contrario l’Amministrazione Comunale è diventata un soggetto competitivo, un soggetto che dava agli individui amministratori la capacità di controllo e gestione di interessi politici ed economici. In questo contesto la popolazione individualista per natura si è ulteriormente divisa in amici e nemici, sudditi e clienti delle varie amministrazioni.
L’attuale commissariamento doveva essere anticipato al 2002 quando c’è stata la incompatibilità dei fratelli Balzano, ma lì gli ex amministratori (per motivi opportunistici), pensarono bene di mantenersi il reggente Porzio che così ebbe l’occasione di gestire in un anno il potere politico per annoverarsi salvatore della patria e speranza per il futuro.
Ma i “nodi prima o dopo, vengono al pettine” e chi semina divisione raccoglie divisione, chi semina odio raccoglie odio, chi semina avidità raccoglie avidità.
In questa fase, le quattro, cinque persone consapevoli della reale crisi del sistema isola, le persone che hanno realmente a cuore le sorti dell’isola non possono che tentare di unire le poche, residue forze ancora presenti e esterne, collegate in qualche modo all’isola.
Bisogna partire da quel poco che c’è, ma l’obiettivo deve essere la ricerca dell’unità: se nel 1975 c’era come “collante”, il pericolo delle ruspe della miniera che distruggeva parte dell’isola, oggi il pericolo è l’abbandono definitivo dell’isola.
L’obiettivo da raggiungere è la salvaguardia della residenza invernale e questo lo si potrà fare se riusciremo a mettere intorno ad un tavolo tutti i presidenti delle associazioni economiche e culturali per farli discutere e trovare la sintesi tra le varie istanze; se riusciremo a produrre un programma di lavoro per una nuova Amministrazione; se riusciremo a trovare degli uomini e donne che possono degnamente rappresentare tale sintesi: allora avremo fatto il massimo del bene per Ponza in queste condizioni.
Vincenzo Ambrosino
Silverio Tomeo
13 Novembre 2011 at 22:39
Dato che sono io “quel qualcuno” convocato garbatamente da Vincenzo Ambrosino:
A) Non ho bisogno del tutto delle sue ricostruzioni, che pure apprezzo: sono al corrente della storia amministrativa dell’isola e in grado anche tuttora di avere da parenti ed amici notizie più recenti;
B) Unire le forze sane, come dice Gino Usai, è ben detto, ma non significa fare un’unica lista, perchè solo a Cuba fanno così…e comunque nella realtà non accadrebbe mai!
C) Una lista forte di grande alleanza democratica, riformista e legalitaria è certamente l’ideale, ma senza unirsi al “partito dei pontili” (che la magistratura riuscirà a ridimensionare), al partito dei “grandi progetti immaginari” (in tempo di crisi!); al “partito dei grossi ristoranti”, al “partito della pesca illegale” e alle eterne e ritornanti fazioni civiche degli interessi demaniali.
Qundi, a mio modesto vedere, meno illusioni ma grande speranza per il futuro dell’isola, sia per l’Amministrazione sia per lo spirito pubblico. Sono certo che ci sono sull’isola le forze per reagire allo spopolamento, al degrado, alla distruzione ambientale.