dal libro di Ernesto Prudente “A Pànje”
À PIGLIATE A VJE D’A MACCHJE
(ha preso la via del bosco)
Si è tirato indietro di fronte agli ostacoli o agli impegni presi.
À PIGLIATE U CAZZE É À NFELATE INT’A SÉNGHE D’A PORTE
(ha preso il cazzo e lo ha infilato nell’apertura della porta)
Non hai trovato ostacoli. Non ti è costato né sacrifici, né rinunce.
À PIGLIATE U STIPE PE DON RAFÈLE
(ha preso lo stipo per don Raffaele)
Ha preso un abbaglio.
À PISCIATE NCÒPPE A SCOPE
(ha pisciato sulla scopa)
Si dice a chi sente offeso per una questione di poco conto.
A PRIMM’ACQUE TE BAGNE
(alla prima acqua ti bagni)
E’ la risposta di chi ha subito un torto e aspetta la prima occasione per dare la giusta risposta.
A PRIMME È PUVERÈLLE, A SICÒNDE E SIGNURINÈLLE
(la prima è poverella, la seconda è signorinella)
Per chi si è sposato due volte. La prima moglie pensava al risparmio ed aveva un comportamento pieno di ritegno; la seconda, invece, si comporta in modo completamente diverso.
A PRIMME NTRATURE UARDATEVE I SACCHE
(al primo incontro guardatevi le tasche)
E’ necessario essere molto accorti al primo impatto, non si sa mai con chi si ha che fare.
A PRUCESSIÒNE ADDÒ ESCE LA TRASE
(la processione da dove esce entra)
Quello che fai ti sarà fatto. Sarai ricompensato per come hai agito perché la strada da percorrere è la stessa.
A PRUCESSIÒNE SE VEDE QUANNE TRASE É NO QUANNE ÈSCE
(la processione si vede quando entra e non quando esce)
Un giudizio su qualsiasi cosa lo si deve dare solo alla fine.
A RAVÒSTE T’ARRÒSTE
(la aragosta ti arrostisce)
L’aragostaio era un mestiere pesante e complesso che, oltretutto, si svolgeva d’estate sotto la canicola. Il guadagno da tale attività era sudato.
ARCHEBALÈNE I MATINE JÉNCHE I PISCINE
(arcobaleno di mattina riempie le cisterna)
L’arcobaleno mattuino è foriero di pioggia.
À ARRECCUTE A CRISTE CU STU PATERNÒSTE
(ha arricchito Cristo con questo paternostro)
E poco quello che ha fatto. E’ poco quello che ha dato in cambio di quanto ha ricevuto.
À REFUSE L’ACQUE INT’U VINE
(ha rifuso l’acqua nel vino)
Espressione usata per chi si lamenta sempre dei suoi affari anche e soprattutto quando vanno a gonfie vele. Non ti è costato alcun sacrificio anzi ne hai tratto utile.
ARJE NETTE NUN AVE PAURE I TRÒNE
farla serena non ha paura dei tuoni)
Quando ci si comporta in modo giusto e corretto non bisogna temere critiche o condanne.
ARMAMMECE È GHIATE
(armiamoci e andate)
Modo di dire molto caro ai fannulloni e ai chiacchieroni.
RRÒBBE I LL’ATE È SÈMPE MÈGLE
i roba degli altri è sempre migliore)
L’insaziabilità e l’ingordigia portano sempre l’uomo a ritenere migliore la roba altrui e quindi desiderarla.
A RUTTE LL”ÒVE INT’U PANARE
(ha rotto le uova nel cesto)
E’ arrivato o intervenuto al momento poco opportuno.
A SALUTE È COMM’A LIBBERTÀ: S’APPRÈZZE SULE QUANNE SE PERDE
(la salute è come la libertà: si apprezza solo quando la si perde)
E’ molto vero! Sono due valori immensi che bisogna sempre saper difendere. In genere lo si dice ai giovani che mettono a duro cimento il loro fisico.
A SALUTE SENZA PANE È MÈZE NFERMITÀ
(la salute senza pane è mezza infermità)
La buona salute è sempre indispensabile ma è necessario accoppiarle una discreta situazione economica altrimenti si è costretti a vivere mi seramente il che è simile ad una malattia cronica.
A S. MARTINE ÒGNE FUSTE È VINE
(a S. Martino ogni fusto è vino)
A S. Martino il mosto, di qualunque genere, cessa di fermentare e diventa vino.
A SANTE RESTETUTE I FAVE SO ARRENNUTE È I QUAGLE SO FENNUTE
(a Santa Restituta le fave sono appassite e le quaglie sono finite) Santa Restituta cade negli ultimi giorni di maggio e le fave sono mari- dite e le quaglie hanno finito il loro ciclo migratorio.
A SARDE È GRASSE
(la sarda è grassa)
Modo di dire per colui che rifiuta vantaggiose offerte di lavoro accontentandosi dello stato misero in cui vive.
A SCOPE NOVE CACCE A VÉCCHJE
(la scopa nuova caccia la vecchia)
Usato in ogni caso di novità. In genere lo dice la suocera che si vede spodestata dalla nuora.
A SCUSTEMATÉZZE A CHIAMME NTELLIGÈNZE
(la scostumatezza la definisce intelligenza)
per quelle persone disinvolte e spigliate all’apparenza ma che cadono con facilità nella intemperanza e nella dissolutezza.
A SÉRE LIONE-LIONE É A MATTINE CUGLIÒNE-CUGLIÒNE
(di sera leone e al mattino cialtrone)
Lo si dice a tutti coloro che di sera fanno grossi programmi per l’indomani ma che al mattino seguente rimangono a poltrire nel letto.
A SFILATE A CURÒNE
(ha sfilato i rosario)
Detto a chi è solito pronunciare maldicenze.
A SFORTUNE D’U MBRÈLLE È QUANNE CHIÒVE FINE-FINE
(la sfortuna dell’ombrello è quando pioviggina)
iTha volta l’ombrello era di stoffa per cui la pioggia sottile lo impre:nava e gocciolava su chi lo usava. I piccoli e continui guai ti fanno vivere una vita piena di stenti e sofferenze.
ASPIÉTTE CIUCCE MJE CA L’ÈRVE CRESCE
aspetta asino mio che l’erba cresca)
Diretta agli indolenti, apatici, insensibili, oziosi i quali attendono che la manna cada dal cielo. Non attendere, datti da fare!
A SPIZZECHE É MENUZZE
briciole e pezzettini)
Modo di dire quando si riceve qualcosa a piccole rate così da non po:enie sfruttare il valore.
A TÈRRE T’ATTÈRRE, LL’UÒRTE VO LL”OMME MUÒRTE
(ha terra ti atterra, l’orto vuole l’uomo morto)
Il lavoro agricolo è un lavoro pesante e gravoso, farlo con impegno si accorcia l’esistenza. Il lavoro nell’orto è più leggero e lo può fare anche chi ha svolto altra attività. Egli dev’essere sempre disponibile per accudire le varie mansioni.
À TRUVATE A FORME P’A SCARPE SÒJE
(ha trovato la forma per la sua scarpa)
E’ l’espressione diretta al prepotente e al burocrate da chi è conscio delle proprie capacità e del proprio coraggio.
À TRUVATE ZIZZE, CAUTARE É TENNE
(ha trovato mammelle, pentole e case)
Lo si dice per chi ha sposato una ragazza che, oltre alla bellezza, possiede un ottimo patrimonio.
À TUCCATE U CIÉLE CU I MMANE
(ha toccato il cielo con le mani)
Quando si raggiunge l’attimo di felicità.
A U CAVALLE JASTEMMATE CE LUCE U PILE
(al cavallo bestemmiato luccica il pelo)
Il parlare continuamente di una persona, anche in senso negativo, gli crea popolarità e accresce la sua nomea.
A VARCHE BALLERINE È BBÒNE P’A MARINE
(la barca ballerina è buona per la marina)
Un natante per essere valido deve avere una buona stabilità.
A VECCHIAJE È BRUTTE MA È CCHIÙ BRUTTE PER CHI N’A VEDE
(la vecchiaia è brutta ma è ancor più brutta per chi non la vede)
Non offendiamo i vecchi perché noi un giorno saremo vecchi. E se poi non riuscissimo a diventare vecchi? Che brutta cosa sarebbe mo rire giovani.
A VECCHJE CE PRORE A CHICHIÈRCHJE É U VIÉCCHJE CE PRORE U CUPIÉRCHJE
(alla vecchia si eccita la cicerchia e al vecchio il coperchio)
Anche i vecchi hanno stimoli sessuali.
A VERITÀ È CMME LL’UÒGLE: VENE SÈMPE A GALLE
(la verità è come l’olio: viene sempre a galla)
Ci vorrà pure tempo ma la verità non potrà non prevalere.
Continua