di Mimma Califano
“Fatta l’Italia, ora dobbiamo fare gli italiani”
(Attribuita a Massimo D’Azeglio)
Dolore, amarezza, vergogna, riflessioni, indignazione… sentimenti/espressioni diverse per esprimere lo sgomento dei ponzesi per quanto è accaduto sabato notte.
Al di là di quelle che saranno le risultanze giudiziarie, il fatto in sé è di una gravità enorme. Come ha detto Franco il provvedimento stesso esprime un valore “morale”. Fino ad adesso però, oltre a quanto ci stiamo dicendo su questo sito, non si è levata alcuna parola da parte di forze politiche, partiti, che hanno appoggiato le elezioni dell’ormai ex-Amministrazione Porzio. In primis in questo mi aspetterei qualche parola dal PD, che aveva appoggiato l’Amministrazione uscente. Nell’attesa di una seria riflessione politica, mi chiedo se non sia il caso di farci intanto un esame di coscienza.
Siamo proprio sicuri di essere lontani – nella mentalità – dalla logica che ha portato al sistema di gestione amministrativa che emerge dalle intercettazioni?
Come diceva Polina, i ponzesi che vivono sull’isola tutto l’anno si sentono degli eroi, vedendo in questo solo gli aspetti negativi.
Se provassimo a cambiare la prospettiva? La popolazione di Ponza con il turismo può lavorare solo 4/5 mesi all’anno e vivere discretamente bene. Facciamo qualcosa per difendere, migliorare il nostro bene comune – “lo scoglio” – e la qualità della vita quotidiana? Non mi sembra!
Mediamente siamo impegnati con personalissimi bisogni: allargare una stanza, litigare con un vicino per qualche centimetro, trovare un posto più agevole dove parcheggiare l’auto o ormeggiare la barca… un permesso, etc…, il tutto sperando/credendo di poter ottenere una qualche agevolazione da un’Amministrazione “amica”.
E arriviamo a come a Ponza (e non solo, pensando al degrado della vita politica nazionale) si decidono le amministrazioni. L’inserimento in lista viene determinato contando quanti voti può portare una persona e quante poche domande questa fa quando si votano i provvedimenti amministrativi.
Uno o pochissimi a decidere; informazione manco a parlarne.
Siamo proprio sicuri che Amministrazioni che si formano con questa logica e facendo l’occhiolino agli “amici”, portano da qualche parte?
Gli ultimi avvenimenti giudiziari, prima i pontili, oggi l’inchiesta con conseguente caduta della giunta e il commissariamento, stanno proprio a dimostrare che se la cosa pubblica non viene amministrata nel rispetto delle leggi e dell’interesse comune, porta a non amministrare affatto!
Impegnati a cercare di ottenere chissà cos’altro, si finisce per perdere anche quel che si ha!
Non sarebbe il caso di smettere di “strizzare l’occhio” a chi promette favori e di incominciare a scorciarsi le maniche per dire “cosa posso fare” per questo paese?
Mimma Califano