di Franco De Luca
Ho avuto occasione, ieri sera, di andare ospite presso una famiglia con casa a Cala Feola. Per la precisione sopra Cala Feola.
Il quadro che mi si è presentato, allorquando le luci hanno dovuto lottare con l’ oscurità avvolgente, è stato così accattivante che voglio partecipare la mia meraviglia ai lettori di ponzaracconta.
Lo scenario contrastava anzitutto con la frenesia che avevo lasciato al Porto. Lì un brulichìo di persone a passeggio sul Corso, in sosta presso ristoranti e bar, in attesa di pullman a Sant’Antonio. Qui pace e silenzio sovrani.
La casa, la cui terrazza s’apriva sulla caletta è a mezzacosta. Per cui la collina di Capo Bosco si alzava alle spalle, con alcune dimore sovrastanti, e poi null’altro. Al di sotto, tutte le case che punteggiavano il cavo della collina degradante a mare erano accese con le terrazze punteggiate di persone, e le luci si infittivano a mano a mano che lo sguardo andava verso la Chiesa. Qui la luce dominava. Ma ugualmente permetteva di evidenziare i bordi della chiesa e della Montagnella, e poi, più in là, la collina dei Sandolo e via via il resto. Fino a forte Papa che quasi non si riconosceva per il buio che dominava, oltre.
Nessun rumore di macchina, nessun tambureggiamento di musica, nessun vociare. Il silenzio era sovrano. Ma era quello umano, rotto da qualche latrato di cane, da un richiamo di donna, vocìo di bimbo.
È il silenzio che permette la conversazione, induce la riflessione, placa l’animo. Agevolato dalla visione delle sagome dei natanti alla fonda nello specchio della cala. Legati all’ancora come pecorelle nell’ovile.
Il rione di Cala Feola è abitato da un nucleo di ponzesi residenti, per cui anche in inverno vi scorre la vita di tutti i giorni, manifestando la vivacità della residenzialità. Ma in estate indubbiamente il rione moltiplica le presenze perché si arricchisce dei turisti che trovano vacanze più serene, più confacenti alla tranquillità.
E questo, penso che sia un merito di Cala Feola perché offre un “modello” di turismo diverso, complementare a quello del Porto.
La vicinanza della spiaggia poi, certamente offre quel di più che in altre zone di Ponza manca, ovvero la possibilità di accedere al bagno a piedi.
Ieri sera non c’era luna, lo scuro della notte era totale e questo dava suggestione alle luci che sagomavano, loro, i cigli delle alture, le stradine, le case. Erano l’anima viva di Cala.
Francesco De Luca