Proposto da Ernesto Prudente
“Lei lo sa”, mi disse il capitano, “che i fuochi di Sant’Elmo si accendono sulla coffa delle navi che stanno per naufragare?”
La paura in mare non è la stessa che sulla terraferma. Quando questa trema per un terremoto e le case di una città crollano, le macerie restano immobili come dopo un naufragio statico: lo spavento momentaneo è istintivo, passa presto; ma sul mare, l’uomo lotta e trema “dalla chiglia al pennone” anche se tenta di controllarsi, e la sua paura va ben al di là dei fuochi di Sant’Elmo.
Non è un caso che chi affoga, prima di morire percepisce, come in un lampo, la singolare simultaneità della vita.
Probabilmente è l’unico momento in cui raggiunge la coscienza dell’infinito”.
Francisco Coloane