di Gabriella Nardacci
Il mare gioca ed è un bambino spensierato
A volte è un cane che riporta indietro il suo bastone
A volte ha il verso di un gatto insonnolito…
Il mare urla ed è un uomo molto inquieto
A volte è un leone che sbrana la sua preda
A volte ha il grido aspro del gabbiano…
Il mare pensa ed è un vecchio affaticato
A volte è un asinello che avanza piano
A volte ha il canto di un uccello innamorato…
Talvolta gli passeggio accanto
Racconto alle sue acque erranti la mia storia
Che insieme alle altre storie vo’ smarrendo
E poi mi siedo e guardo
Solco l’onde e scavalco l’orizzonte
Ma poi ritorno indietro
Fino a sera gioco urlo e dono al mare il mio pensar segreto.
E quando alfin il sole con la luna si saluta
Raccolgo una conchiglia e me ne vo’ serena.
Gabriella Nardacci