segnalato da Silverio Tomeo
“Diamantis lasciò vagare lo sguardo sulla superficie del mare. Cercava in tutti i modi di non pensare al suo incontro con Amina. Si ricordò di alcune riflessioni che aveva annotato di recente sul suo quadernetto. A proposito della povertà di vocabolario riguardante il mare. Solo i greci avevano tante parole per definirlo. Hals, il sale, il mare in quanto materia. Pelagos, la distesa d’acqua, il mare come visione, spettacolo. Pontos, il mare spazio e via di comunicazione. Thalassa, il mare in quanto evento. Kolpos, lo spazio marittimo che abbraccia la riva, il golfo o la baia…
Quel che sfilava davanti ai suoi occhi, adesso più rapidamente, era un insieme di tutti quei termini. Il mare in tutte le sue definizioni, e il Mediterraneo in tutti i suoi appellativi. Sempre al di là di quel che lasciava vedere. Sempre più antico. Sempre più reale. Al di là dei miti, incessantemente. Al-bahr al-rum. Gli ritornò in mente il nome egizio. E si ricordò che per gli arabi quel mare non era né azzurro né nero, ma bianco. Al-bahr al-abyad. ”
Diamantis è il personaggio centrale del romanzo Marinai perduti del marsigliese Jean-Claude Izzo (1945-2000), autore di altri romanzi di ampio impatto sociale e inauguratore del genere del noir mediterraneo, pubblicati in Italia dalle edizioni e/o.
Silverio Tomeo