di Franco Schiano
Silverio ‘u Semmentaro la fissò e disse:
io nun ce vede niente…
[dal libro “Racconti dall’isola”]
Nei giorni di ferragosto del 2006, per fronteggiare la carenza di notizie che solitamente contraddistingue questo periodo dell’anno, fu diffusa quella della sparizione dagli archivi della NASA del filmato originale dello sbarco del primo uomo sulla luna. La news, diffusa dai media americani e rimbalzata in tutto il mondo, ha riaperto indirettamente la querelle se lo sbarco ci fu veramente, o fu una bella sceneggiata montata in chissà quali studios segreti della NASA.
E’ qualche anno, infatti, che la veridicità della missione Apollo 11 con Armstrong e Aldring è messa in discussione. La stampa si lancia anche in elenchi di personaggi, più o meno importanti, che per primi hanno “fiutato” il presunto imbroglio. E’ quasi da tutti riconosciuto che una certa primogenitura, nel ritenere lo sbarco lunare un falso storico, legato alla guerra fredda, sia del regista Bart Sibrel.
Leggendo queste notizie mi è tornata alla mente quell’estate di 37 anni fa!
Molti di quelli che hanno intorno ai cinquant’anni o più, avranno un ricordo marcato di quello che è stato uno dei grandi avvenimenti del ‘900: lo sbarco del primo uomo sulla luna!
Non si possono dimenticare quelle trasmissioni condotte da Tito Stagno in collegamento con Cape Canaveral, e il mitico Ruggiero Orlando.
21 luglio 1969 a Ponza: un gruppo di amici è assiepato nel famoso Bar di Veruccio ‘O Chiattone, che in realtà si chiamava Bar Miramare.
La Televisione trasmetteva quelle storiche immagini: Neil Armstrong che muove incerti passi sul suolo lunare, la bandiera americana, i primi piani delle pietre, la famosa orma, le ombre.
Tutto il gruppo di amici a bocca aperta a guardare e commentare: Evento del secolo! Svolta epocale!! Stiamo vedendo la storia in diretta! E un privilegio assistere ad un evento di questa portata. . . ed altre frasi di questo genere si sentivano tra il pubblico che stava davanti al televisore bianco e nero del locale.
Silverio ‘u Semmentaro, faceva la spola tra la sala TV e il marciapiede fuori al bar: guardava attentamente il bianco faccione di una bellissima luna piena, che quella sera illuminava il lungomare di Sant’Antonio, e poi con aria tra lo smarrito e lo scettico diceva: “Ho guardato, più volte, ma sulla luna non si vede niente… Secondo me questi ci stanno pigliando per culo. Io non ci credo, è un trucco !!”
Silverio Feola, meglio conosciuto come Silverio ‘u semmentaro.
Circa l’origine del soprannome ci sono versioni contrastanti, alcune veramente fantasiose, legate alla quantità e velocità delle battute, che a ripetizione sfornava con fine arguzia. Ma noi optiamo per la versione più semplice, che ci sembra la più verosimile: il padre aveva un negozio in cui si vendevano, tra l’altro, semi di zucca ed altri semi simili, passatempo alimentare degli inizi del secolo scorso e precursore del chewingum.
Com’è d’uso nelle nostre isole, il soprannome si tramanda per generazioni, come il cognome.
Pescatore intelligentissimo, accanito fumatore ed estimatore eccelso – ma non sguaiato ubriacone – di tutto quello che aveva un gradiente alcolico a cominciare dal vino. Per bersi una buona bottiglia con gli amici era capace di inventarsi situazioni incredibili e si sottoponeva di buon grado a percorsi impervi e faticosi, nonostante la non giovane età e i problemi derivanti da un enfisema polmonare da fumo. Finissimo giocatore di carte, era ricercato compagno di passeggiate e divertissement di ogni genere.
E noi, tutti in coro: “Silvè’, sei sempre il solito dissacratore. Le immagini sono chiare. Gli americani sono sbarcati sulla luna. Hanno battuto i Russi!”
E lui: “Sarà, ma io non ci credo, questi ci stanno a fa’ fessi.” Altro che Bert Sibrel, il primo a vedere il falso sbarco sulla luna, è stato Silverio Feola detto ‘u semmentaro da Ponza!
Franco Schiano