L’occasione per parlare di convivenza civile, di diritti e doveri dei cittadini ce l’ha data nel nostro istituto, la cronaca di questi giorni.
L’Istituto Tecnico Economico del Comune di Ponza prepara dei giovani studenti a diventare i cittadini di domani, rispettosi delle regole civili e sociali. Alla fine di un corso di studi che dura cinque anni, alcuni di questi studenti vorranno entrare nel mondo del lavoro e tenteranno di farlo nella loro isola.
Quali sono gli sbocchi di lavoro per questi futuri cittadini: la pesca? l’edilizia? il turismo?
Nessuno dei nostri giovani si sogna di poter sopravvivere con la pastorizia, l’agricoltura o la caccia; nessuno si immagina a posizionare di notte “trappole” per gli uccellini o più in generale armati di fucile da caccia per far campare se stesso e la propria famiglia; tanto meno possono pensare che una passione che a Ponza ha sicuramente una tradizione molto antica, possa giustificare che la legge venga infranta. Il periodo venatorio a Ponza ha una data di inizio e una data di fermo: le “trappole” sono sempre vietate; in primavera non si deve andare a caccia e chi lo fa è un trasgressore e deve essere bloccato dalle forze dell’ordine.
Nella nostra scuola abbiamo discusso approfonditamente dell’aggressione ai giovani volontari della Lega Anti Caccia; la maggior parte dei ragazzi l’ha condannata in modo categorico, alcuni però hanno avuto delle perplessità dicendo che “questi volontari in parte se le vanno a cercare” intrufolandosi nel privato dei cittadini. Ma questo non giustificava l’azione dei teppisti, voleva solo dire che il territorio di Ponza, preziosissimo per il futuro turistico, non doveva essere controllato “da volontari” ma dalle forze dell’ordine: carabinieri, finanza, forestale, polizia provinciale, vigili urbani.
I cittadini devono essere educati, i giovani cercano esempi positivi da imitare per questo hanno bisogno di adulti responsabili. Le azioni dei volontari se non coadiuvate dalle forze dell’ordine, possono diventare provocazioni: “è come se i tifosi laziali andassero a strappare i manifesti messi dai romanisti, la reazioni di quest’ultimi sarebbe immediata e forse molto violenta”; sono le forze dell’ordine che vivono sul posto che devono controllare il territorio e per tutto l’anno, solo così l’azione diventa preventiva, educativa per cui utile alla società.
Ho letto l’articolo del consigliere di minoranza Elio Zecca sulla stampa provinciale, penso anch’io che non ci sia bisogno di un presidio stabile della forestale perché abbiamo già tanta forza dell’ordine sul nostro “scoglio”, ma è ora che le persone consapevoli dell’importanza che la tutela del territorio sia indispensabile per dare un futuro turistico alle future generazioni, comincino a dare un segno convinto.
C’è molto da parlare sui temi di tutela ambientale ma lo dobbiamo fare seriamente, senza ricercare il facile consenso, peggio la demagogia, peggio ancora la difesa dei privilegi che non potranno esser garantiti a tutti. Questo modo di concepire la realtà isolana: “la legge di Ponza”, “Ponza è Nostra e ce la gestiamo come meglio crediamo” ci ha portato a sobbarcarsi senza discutere (nelle sedi opportune) una marea di vincoli e leggi protezionistiche: vincoli paesistici, vincoli archeologici, ZPS (Zona a Protezione Speciale); SIC (Siti di Interesse Comunitario) per ultimo il dissesto idrogeologico ci ha regalato il PAI (Piano Assetto Idrogeologico).
Questi vincoli e i conseguenti controlli che diventeranno progressivamente più pressanti ci costringeranno a vivere in spazi sempre più stretti: quest’estate ci saranno cartelli di: “vietato accesso, caduta massi, attenzione pericolo, boe galleggianti di delimitazione” a far comprendere agli operatori e ai turisti che cosa è diventata la nostra isola.
Meno spazi per tutti costringeranno le attività già inserite a ridimensionarsi ma soprattutto non ci saranno fisicamente spazi da dare a chi ha intenzione di aprire una nuova attività.
Ieri mattina, un gruppo di funzionari in borghese, con tanto di borse e mandati, coadiuvati dalla capitaneria di porto di Ponza, hanno bloccato tutte le barche a pesce spada; i controlli al tipo e le dimensioni delle rete se in regola con le leggi Comunitarie hanno portato, probabilmente al sequestro della rete in eccesso, forse a denunce dei proprietari. E’ una tristezza vedere queste scene; i ponzesi si dovrebbero sentire umiliati, per cui solidali tra di loro ma tendenti alla ricerca del riconoscimento legale dei loro lavori e attività: ma a chi rivolgersi?
L’anno scorso è toccato ai pontili e non c’è stata solidarietà dagli altri cittadini, poi è toccato ai noleggiatori ad essere sequestrati, (siccome era stata attivata una associazione di noleggiatori), sono stati organizzati. a difesa dei diritti degli operatori della nautica, due consigli comunali straordinari a Ponza e a Ventotene dalla Confcommercio; oggi (ma anche nel recente passato) ad essere controllati e sequestrati sono stati i pescatori; ci ricordiamo, l’anno scorso, il problema delle tende dei ristoranti non a norma; le denunce al popolo della partita IVA, chissà domani toccherà alle agenzie immobiliari e agli affittacamere in modo che tutte le attività economiche saranno dichiarate abusive per cui precarie.
E come è sempre successo i giornali provinciali, regionali e nazionali potranno imbastire le loro critiche e le loro trame: “l’isola lunata in mano alla camorra, piena di bracconieri, abusiva e fuorilegge”.
L’isola geograficamente si restringe, sotto i colpi incessanti dei fenomeni esogeni; l’isola imbruttisce la sua immagine sotto gli attacchi della stampa, l’isola è resa economicamente precaria nelle sue forme economiche imprenditoriali (pesca, noleggio e pontili), l’isola non potrà dare lavoro a quelli che non ce l’hanno perché gli spazi fisici, per cui economici, sono stati inghiottiti dal mare.
In tutta questa grave crisi economica l’isola non pensa, si divede per cui non ha una politica di governo del territorio che va dal Cimitero a Punta Incenso. Non può difendere le attività economiche già inserite, non potrà creare occupazione. Lo dico a tutti i Ponzesi colpiti ieri, oggi e quelli che verranno colpiti domani dalla mannaia della LEGGE CONTINENTALE: non ci possono più essere zone autogestite, non ci possiamo più permettere di ergere trincee a difesa dei nostri individuali interessi, perché prima o poi non verrà solo la forestale a Ponza ma vedremo i nostri residui spazi economici gestiti da compagnie esterne e solo nei periodi estivi, quando c’è da raccogliere; d’inverno, quando resteremo in pochi non ci resterà che fissare i cartelli pubblicitari di altri e i divieti: anche di respirare.
Vincenzo Ambrosino