di Mario Balzano
Ringrazio Assunta Scarpati per aver recuperato una filastrocca di chiusura ai racconti (“i cunt”) che i nonni o i genitori raccontavano a noi bambini prima di metterci a letto.
‘Una’, appunto e non ‘la’ filastrocca di chiusura, perchè per esempio nella mia memoria è presente anche se labile, il ricordo di una chiusura diversa.
E’ probabile perciò che di chiusure ce ne siano diverse; quella che io ricordo – anzi non ricordo – evocava un rituale il cui significato era il seguente:
- NOI cioè i vivi e in particolare voi bambini siete protetti da noi adulti che vi raccontiamo favole in cui sono presenti maghi e streghe.
- LORO cioè appunto i personaggi cattivi delle favole stanno A’ FORA ‘A PORTA e non vi faranno del male.
A ben riflettere gli psicologi ci hanno insegnato che questo è il grande valore didattico della favola e cioè evocare il male e tenerlo lontano.
Inoltre, e non ricordo se me lo invento io, ma FORA ‘A PORTA ci doveva essere anche U’ CÀNTARO anzi più esattamente U’ CÀNTAR’ ‘A RETA ‘A PORTA e cioè l’orinale, simbolo di cose brutte mentre in opposizione, dentro casa, ci doveva essere qualcosa di positivo che, ahimè, non ricordo.
Giuseppe Mazzella, il nostro co-redattore, mi ha detto di aver trovato un finale, ma che non vorrebbe pubblicare per non influenzare i ricordi dei nostri lettori.
A questo punto però non potrà avere influenza più del finale proposto da Assunta, quindi lo invito a darne almeno un accenno per vedere che cosa succede.
Invito inoltre tutti gli altri frequentatori del sito a dire la loro su questa filastrocca, per cercare di RIANNODARE IL FILO DELLA MEMORIA.
Ancora ringrazio Franco Schiano per aver proposto un rilievo critico sulla filastrocca relativo a ‘monte’ invece di ‘munno’ perchè farebbe rima con ‘conte’ invece di ‘cunt’. Questo suo rilievo è smentito da tutti gli altri che ho potuto interpellare, ma ciò non è importante perchè il suo rilievo può provocarne altri ed è questo lo spirito di quel che vorremmo fare.
Per ultimo, mi scuso con i lettori perchè ho mancato di proporre stimoli riguardo a questo e ad argomenti simili, pensando che fosse più giusto lasciare in bando il filo della memoria, come si lascia in bando una lenza…
Ma forse non è così.
A seguire, ripropongo le due versioni delle filastrocche:
Filastrocca “i cunt”
“Ce steve ‘na vota ‘nu viecch’ e ‘na vecchia
ca ballavano ‘ncopp’a ‘nu specchio
SECONDA VERSIONE
Ce steve ‘na vota nu’ viecchie e na’ vecchia
ca’ abballavene ’ncoppe a nu’ specchie,
ca’ abballavene ‘ncoppe a nu’ monte,
statte zitte ca mo’ t’u’ conte…
E T’U’ CONTE DINT ‘A TIANE,
MAMMETE E PATETE SO’ RUFFIANE!
Mario Balzano