di Francesca Iacono
Qualche giorno fa una ragazza in procinto di partorire è stata trasportata da Ponza, con l’elicottero, all’ospedale di Latina.
Tutto si è risolto nel migliore dei modi ed è nato un bambino.
Una volta i bambini nascevano a Ponza, in casa, assistiti dall’ostetrica ed in casi particolari dal medico.
Io sono nata in una piccola casa su Corso Pisacane e mia madre aveva già due bambini ma con me ebbe dei problemi.
Ci fu bisogno urgentemente di un medico e per fortuna il dott. Martinelli non abitava lontano altrimenti mia madre avrebbe perso la vita.
Mio padre, ogni tanto, per prendermi in giro mi diceva che già alla mia nascita aveva dovuto pagare 30.000 lire, tanto si prese il dottore per il suo intervento. Per quei tempi era una bella cifra.
Quante mamme di Ponza sono morte e quanti bambini non sono riusciti a sopravvivere ad un parto difficoltoso. I tempi erano difficili.
Qualche anno fa parlando con Maria, simpatica signora, oggi ultranovantenne, mi ha raccontato la nascita del suo primo figlio.
Era l’estate del 1950 ed erano ventiquattro ore che era in travaglio, era ormai sfinita, mancava anche di lucidità.
Il bambino era troppo grande per lei, che aveva un fisico minuto, e l’ostetrica chiese l’aiuto di un medico.
Il dott. Sandolo abitava a Le Forna, quindi dalla parte opposta dell’isola e non c’erano automobili per andarlo a prendere, l’unico mezzo era la barca.
Il fratello di Maria s’imbarcò sulla piccola imbarcazione, a remi, di “Cuncetta ‘a tira-mola’ ed arrivò a Cala Inferno.
Salì di corsa tutti quei scalini e andò a chiamare il dottore.
Fortunatamente trovarono un camion della SAMIP ( la miniera) così poterono giungere in modo più veloce al porto e far nascere il bambino.
Tutto è bene quel che finisce bene…
Francesca Iacono