La terza elementare del 1937
di Rita Bosso
1. Maria Di Fazio 2. Iole Conte 3. Edda Esposito 4. Luisa Regine 5. Peppina D’Atri 6. Assunta Di Meglio 7. Giustino Mazzella 8. Elio Garau 9. Benito D’Atri 10. Don Salvatore Tagliamonte
I quarantaquattro alunni della terza elementare del 1937 fissano l’obiettivo, seri e compunti; è da qualche giorno che la maestra Lucarelli raccomanda di venire a scuola ordinati e puliti per la foto ricordo delle elementari; per la maggior parte di loro sarà l’ultima foto scolastica. Non sarà l’ultima foto per Salvatore, che entrerà in seminario, e neanche per Benito, figlio di farmacista e perciò a sua volta futuro farmacista; neanche per Iole ‘della maestra Margherita’ e per Peppina ‘della maestra Bettina’ che erediteranno la cattedra delle rispettive madri; per molti altri, per la maggior parte, la scuola finirà, definitivamente, tra due anni. La maestra ha spiegato che, grazie alla riforma Gentile varata nel 1923, anzi nell’anno Secondo dell’Era Fascista, l’istruzione è obbligatoria sino al quattordicesimo anno d’età: scuola media per chi dovrà frequentare il liceo e successivamente l’università, scuola d’avviamento per chi deve imparare un mestiere da spendere quanto prima. “Davvero? E dove stanno, queste due scuole?” “Piano piano bambini, ed anche qui a Ponza sorgeranno. Il Duce è uomo d’azione, lo sapete: per ora ha fatto l’obbligo di andare a scuola; quanto prima, vedrete, farà anche le scuole. Ancora per qualche anno sarete costretti a partire, andare in collegio”. Seee, pensa Maria futura Soja che per l’occasione si è fatta due belle trecce. Il collegio, fantasticano Regine Luisa, Di Meglio Assunta, Conte Maria, grembiuli candidi e fiocchi tricolore vaporosi: una parola, anzi tre, le canoniche Vulenn’, putenn’, pavann’. Volendo: quale bambino vuole allontanarsi da casa a dieci, undici anni, e ritornare soltanto in estate e a Natale? Rintanarsi per almeno sette anni in un collegio freddo, estraneo, in una città sconosciuta, come un orfano, come un disgraziato?